Psycho Killer

Psycho Killer Dead Rabbit on cocktailreporter.com
Jillian Vose, Dead Rabbit N.Y.C., 2014

Bicchiere : Old Fashioned

Metodo : Stir and Strain

Decorazione : No Garnish

Ingredienti :

  • 60 ml di Redbreast 12 year old Irish whiskey
  • 22 ml di Bitter Campari infuso alla fava di cacao
  • 15 ml di Creme de Cacao Bianco
  • 15 ml Liquore alla banana
  • 2 di dashes Assenzio

Preparazione :

Aggiungete gli ingredienti in un mixing glass con ghiaccio e con un barspoon mescolate per 15-20 secondi fino a quando il cocktail non sarà ben freddo e ed il ghiaccio avrà dato la giusta diluizione (N.B. la qualità del ghiaccio è una componente importante per la durata della mescolata, ma soprattutto per la diluizione).
Filtrate con uno strainer e versate il drink in un bicchiere old fashioned con un grosso pezzo di ghiaccio cristallino (o per chi preferisce un drink up, è possibile un servizio alternativo, senza ghiaccio, in una coppetta Nick & Nora).
Questo cocktail non prevede decorazione.

Psycho Killer Dead Rabbit on Cocktail Reporter.com
Psycho Killer servito in una Nick & Nora
Note sugli ingredienti :

Lo Psycho Killer sembrerebbe un’improbabile combinazione di ingredienti che però trovano un vivace equilibrio tra rimandi di dolce e amaro. Mettendo sentori esotici nella classica formula raffinata ed elegante di un drink europeo di inizio ‘900, si arriva a creare un drink intenso e gustoso.

Per preparare il Campari infuso alla fava di cacao, sono necessari 50 gr di granella di fava di cacao per 1 litro di Campari. Lasciate la fava di cacao in infusione per un’ora e poi filtrate il liquido con un colino a maglia fine per trattenere i residui solidi. Imbottigliate e conservate fuori dal frigo, ricordate di etichettare il prodotto lavorato riportando data di produzione e specificando gli ingredienti.

Il miglior whiskey per preparare uno Psycho killer è un Red Breast 12 years old, un whiskey irlandese Single Pot Still, ottenuto da tre distillazioni in alambicchi tutti appartenenti alla Midleton Distillery.
L’invecchiamento in doppia botte di questo Irish crea la spiccata nota di sherry, distintiva di questo prodotto.
Precise note di frutta gialla, e spezie da forno che caratterizzano questo whiskey sono lo spunto ideale per cercare il bilanciamento tra i binomi “bitter” campari – fava di cacao, e dolcezza del liquore alla banana – creme de cacao.
L’assenzio con i sentori complessi di erbe e anice è l’ultimo tocco per legare gli ingredienti e equilibrare i sapori più dolci e fruttati.

La ricetta si basa sull’equilibrio del tenore alcolico e richiede una necessaria conoscenza dei sapori di ciascun prodotto, su come funzionano da soli e quando abbinati ad altri.

Questo cocktail trova ispirazione nel Boulevardier e dunque non c’è da meravigliarsi se all’inizio venisse servito in una coppetta Nick & Nora. Tuttavia al Dead Rabbit (dove è stato inventato), specialmente negli ultimi anni, hanno previsto un servizio on the rocks per i clienti che preferiscono indugiare con il bicchiere tra le mani, perchè mentre il drink perde via via la temperatura di servizio tende a diventare un po’ dolce, quindi, servirlo con ghiaccio per ridurre lo zucchero nel tempo e mantenere freddo il cocktail potrebbe aiutare.

Jillian Vose, Beverage Director del Dead Rabbit N.Y.C.
La Storia :

Insieme all’Irish Coffee, lo Psycho Killer è molto probabilmente il drink più conosciuto del Dead Rabbit di New York.

Creato dalla beverage manager Jillian Vose nel 2014 per il terzo menu del Dead Rabbit, questo riff su un Boulevardier ha garantito al locale della Grande Mela il premio per la migliore drink list al mondo ai Tales of the Cocktail nel 2015.

Un particolare dell’esterno del Dead Rabbit

Il nome, o meglio l’origine del nome, resta ancora un mistero, ma con buona approssimazione, si può pensare che abbia qualcosa a che fare con il personaggio protagonista del comic nei menu di questo cocktail bar newyorkese famoso per la fornitissima collezione di Irish whiskey. Ma non mostratevi confusi se chiedendo che cosa è questo cocktail vi risponderanno: “Psycho Killer – qu’est-ce que c’est…”.
A dire il vero, non c’è un filo conduttore tra il testo dei Talking Heads e la scelta del nome, ma le parole della canzone del ’77 vengono usate spesso al Dead Rabbit per descrivere questo cocktail dal gusto inaspettato.

L’unicità di questa ricetta risiede nel modo in cui sono stati selezionati ingredienti che in via teorica sono difficili da immaginare nello stesso cocktail, ma che in realtà catturano i sensi del bevitore già dal secondo giro di spoon nel mixing glass.

Raccontando il cocktail, Jillian spiega che “non avrebbe dovuto funzionare, almeno sulla carta. Ma per fortuna non beviamo carta”.

Va da sè che nessuno si propone di creare un classico quando pensa a una nuova ricetta, quasi sempre il successo viene decretato da chi beve. È un dato di fatto però che una buona ricetta si ispira a una formula ben consolidata. L’idea della Vose alla base del cocktail infatti, è stata di ispirarsi a due modelli che hanno superato la prova del tempo come il Negroni ed il Boulevardier e di ricercare raffinatezza e complessità in una manciata di ingredienti semplici ed accessibili piuttosto che miscelare “prodotti ignoti” o difficili da trovare.

Lo Psycho Killer è diventato immediatamente una ricetta apprezzata dalla clientela del famoso locale a sud di Manhattan e, probabilmente, complice il fatto che ha sempre accompagnato i ragazzi del Dead Rabbit nelle guest-shift in tutto il mondo, questo cocktail si è guadagnato istantaneamente la fama di un modern classic venendo menzionato dai magazines e soprattutto nel libro del Dead Rabbit Mixology & Mayhem.

In occasione dell’apertura del pop-up bar nel Claridge’s Hotel di Londra nell’agosto del 2017, in una intervista per il magazine Elite Traveler, la beverage manager del Coniglio Morto, entusiasta della loro partecipazione nell’iconico spazio di Mayfair, ha raccontato così la ricetta: “La cosa bella di questa bevanda è che abbraccia davvero la categoria del whisky irlandese single pot still, che è una parte enorme del DNA del nostro bar”. “Il drink si basa su un boulevardier con note complementari di cioccolato e banana. Questa bevanda va molto bene al The Dead Rabbit, ma ogni volta che l’ho fatta a Londra, è di gran lunga la più popolare. Penso che sia adatto ai palati del Regno Unito”.

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