Bicchiere : Coppetta da Cocktail
Metodo : Stir & Strain
Decorazione : Zest di Arancia
Ingredienti :
- 30 ml di Rye Whiskey
- 30 ml di Campari
- 30 ml di Vermouth dry
Preparazione :
Versate gli ingredienti in un mixing glass precedentemente raffreddato, e riempitelo per circa due terzi, come sempre facendo attenzione a non eccedere con i cubetti oltre la superficie del liquido.
Mescolate con un barspoon per 15-20 secondi a seconda della tipologia di ghiaccio che state usando.
Filtrate il cocktail in una coppetta da cocktail ben ghiacciata.
Esprimete gli oli di una scorzetta di limone sulla superficie del drink e sui bordi del bicchiere, e decorate.
Note sugli ingredienti :
Secco, speziato e pungente, ma anche di corpo leggero con una texture che invoglia la bevuta. La mancanza di vermouth dolce si traduce al palato in un drink che brilla nei sapori all’assaggio, ma non ha il finale lussuoso di un Boulevardier o di un Negroni.
Il vermouth secco porta un vago sentore acidulo e minerale, stempera il drink e lega gli altri due ingredienti. Il sapore amaro del bitter arriva solo alla fine del sorso, lasciando pieno spazio per apprezzare le caratteristiche del whiskey usato.
La sceltà più indicata per questa ricetta è il whiskey rye, e anche una varietà ad alta gradazione funzionerà bene. Il rye è più spigoloso e potente, ma anche molto aromatico, quindi è il caso di prendere in considerazione una etichetta con una buona percentuale di segale nella miscela del whiskey. Il sapore pulito e minerale si combina con le note di frutta secca per un sorso deciso e spicy. Il carattere drl whiskey spezza l’equilibrio amarodolce e resta persistente nel retrogusto dopo i primi sorsi.
La Storia :
Nei primi trenta anni del 1900 personaggi illustri come Hemingway e Fitzgerald fecero tappa a Parigi per un Grand Tour che permettesse di sfuggire alle restrizioni del Proibizionismo. In questo clima conviviale molti americani elessero l’Harry’s Bar di MacElhone come loro ritrovo preferito.
Sebbene ci sia la convinzione che la ricetta dell’Old Pal sia stata inserita nel libro del 1922 di MacElhone, “Harry’s ABC of mixing Cocktails”, in verità la ricetta non venne riportata prima del 1927 in un appendice dell’altro libro del noto barman, “Barflies and Cocktails“.
L’Old Pal non rientrava tra le ricette principali del libro del famoso gestore dell’Harry’s Bar di Parigi e si trovava infatti nella appendice ‘Cocktails Round Town‘ sul retro.
Questa sezione curata dall’amico di MacElhone, l’editore Arthur Moss, raccoglieva le ricette di alcuni dei “Barflies” più illustri (e include anche quella che si ritiene sia la prima menzione del Boulevardier).
Il libro dà la lettura più originale dei cocktail dell’Harry’s bar, ma tra le fonti storiche, questa di Arthur Moss forse è quella più confusa, visto che racconta di un evento accaduto il 30 febbraio. Non ci è dato sapere se Moss fosse serio o semplicemente volesse far intendere che il fatto aveva connotati improbabili.
Quello che è certo è che l’interlocutore del racconto di Moss è William “Sparrow” Robertson uno redattore sportivo del New York Herald Tribune, espatriato americano a Parigi durante l’occupazione tedesca. Sparrow ebbe successo come scrittore, mantenendo amicizie con atleti famosi e politici di alto rango, ma era ancora più famoso come frequentatore di bar e caffè parigini, la leggenda vuole che nessuno lo abbia mai visto uscire prima della chiusura da un bar o che nessuno si sia mai trattenuto più a lungo di lui per vederlo pagare il conto.
Per una pura coincidenza durante la chiacchierata all’Harry’s Bar, il tipico intercalare di Robertson “My Old Pal” (che potremmo tradurre come vecchio mio), divenne il nome di questa ricetta.
“Ricordo nel lontano 1878… questo è il drink che ho inventato quando ho sparato la prima volta con la pistola alle corse podistiche di Powderhall e non puoi sbagliare se scommetti su ⅓ Canadian Club, ⅓ Eyetalian Vermouth e ⅓ Campari.”
Se questa storia è datata correttamente, significherebbe che l’Old Pal precede di oltre 40 anni la ricetta del Negroni di Scarselli.
Un po’ come la data di febbraio, la parola “eyetalian” ci lascia perplessi, aprendo il dubbio se la ricetta sia nata con vermouth dolce o con vermouth dry francese, di sicuro però, la prima versione ufficiale riportata nella edizione del 1929 dell’Harry’s ABC of Cocktail, riporta la ricetta secondo la formula più tradizionale con vermouth dry in parti uguali con whiskey e bitter Campari.
A riprova della giusta datazione dell’inserimento del cocktail nei ricettari è intervenuto anche David Wondrich, il quale sembra sia in possesso di entrambe le edizione del ’19 e del ’29 dell’ABC of Cocktails, e che ha confermato l’assenza della ricetta nella prima edizione del libro, e l’utilizzo del vermouth dry nella sua versione definitiva. La parte principale dell’edizione del 1927 di Barflies and Cocktails era una ristampa esatta dell’edizione allora corrente di Harry’s ABC. Dal momento che l’Old Pal è stato incluso solo nell’appendice scritta da Arthur Moss, il cocktail non poteva essere nell’edizione più recente di Harry’s ABC, il che significa che probabilmente non era nell’edizione del 1922.
Indipendentemente dalla effettiva prima data di pubblicazione, il cocktail ha avuto la definitiva consacrazione quando nel 1930 Craddock lo incluse tra le ricette del Savoy Cocktail Book. È interessante notare come per la seconda volta, nella redazione della ricetta, gli effetti del Proibizionismo si ripercossero sulla scelta degli ingredienti, riportando un Canadian Club al posto di un puro rye whiskey.
È evidente che MacElhone fosse particolarmente ispirato dalla formula, Whiskey-vermouth-bitter italiano, e come succede anche con il Boulevardier, la ricetta dell’Old Pal viene spesso accostata al Negroni. Nel suo libro “The Negroni“, Gary Regan esamina come la ricetta dell’Harry’s si sia evoluta verso un drink più secco.
Alla confusione iniziale della prima ricetta con un vermouth non meglio definito, MacElhone, e gli altri baristi a seguire, scelsero semplicemente la versione dry, tramandando in questo modo il cocktail che nel 1961 è entrato di diritto nella lista IBA dei cocktail internazionali.
Come per altri grandi classici della miscelazione anche l’Old Pal ha vissuto un nuovo successo legato alla rinascita del cocktail dagli inizi degli anni 2000, in particolar modo la recente incrementata disponibilità di rye whiskey ha dato ai bartenders la possibilità di sperimentare l’impatto più pepato delle diverse etichette di whiskey di segale in questa ricetta secca e pungente.