Bicchiere: Highball
Metodo: Build
Decorazione: Spicchio di lime
Ingredienti:
- 60 ml di Rum Cubano giovane
- 22 ml di succo fresco di lime
- 120 ml di Coca cola ghiacciata
Preparazione:
In un bicchiere highball colmo di ghiaccio spremere 22 ml di succo di lime. Versare il rum e colmare con Coca cola. Per una decorazione che sia bella da vedere si può usare uno spicchio di lime, ma nulla vieta di preparare un drink zerowaste e utilizzare il mezzo lime spremuto come decorazione.
Note sulla preparazione
Alla preparazione classica, si propone anche il modo di fare un Cuba libre dello Sloppy Joe’s (il bar dell’Havana più frequentato dai norteamericanos): la differenza principale sta nel fatto che il rum e il succo di lime si shakerano insieme prima di versarli nel bicchiere colmo di ghiaccio ed aggiungere la cola. Un’altra differenza con la ricetta più canonica è che questa versione ha per decorazione un twist di scorza di lime.
La Nascita
Il Cuba Libre è l’highball caraibico per eccellenza.
Nato intorno al 1900, anno in cui la Coca-Cola cominciò ad esportare a Cuba.
Dopo la guerra ispano-americana, sull’isola c’era un gran via vai di funzionari statunitensi e, leggenda vuole, che uno di questi che stava facendo una bevuta all’America Bar dell’Havana, chiese al barman di mescolare l’alcolico preferito di Cuba con il soft drink preferito d’America, un matrimonio simbolico delle due parti che alcuni militari ficcanaso successivamente ordinarono, apprezzarono e ribattezzarono brindando a Cuba Libera: “Por Cuba Libre!”. Una bella storia, ma piuttosto improbabile. Più verosimilmente, qualche soldato di fanteria al verde che non poteva permettersi il Bacardi mascherò il gusto di canassa torcibudella con il primo mixer a disposizione.
La Storia
Nei primi 30 anni dalla sua nascita il Cuba Libre fu totalmente snobbato dai cantineros locali, non è elencato nella guida cubana per barman del 1924, Manual de Cantinero, e ancora nel 1935 non aveva fatto il suo ingresso sul menù dello Sloppy Joe’s. Nessun cantinero che si rispettasse avrebbe messo il Cuba Libre al pari del Daiquiri, del Mojito o del El Presidente.
Questo non vuol dire che il drink non riscuotesse successo, al contrario, durante il Proibizionismo le flotte di turisti Americani che affollavano l’isola ritrovavano nel rum e Cola l’esoticità dei Caraibi e il comfort di casa.
Anche dopo il Proibizionismo, periodo nel quale i proprietari di bar clandestini si erano dati a cocktail con una percentuale di parte “debole” più alta rispetto a quella “forte”, gli americani si erano abituati a questo stile di bevuta più leggero. Il Cuba Libre è stato coniato seguendo questo paradigma, che si combinava con la sempre crescente passione degli americani per i soft drink dolci e frizzanti.
La Canzone delle Andrew Sisters “Rum and Coca-Cola” regala al Cuba Libre un periodo di tardo successo negli anni 50, non solo negli Stati Uniti ma anche nella sua terra d’origine. Era il cocktail perfetto da abbinare ad una vacanza a Cuba per i turisti a cui il rum non piaceva e bevevano rum e cola, perché il drink sapeva solo di Coca-Cola.
Nel 1960, dopo la rivoluzione di Castro, gli Stati Uniti colpirono l’isola con un embargo commerciale e Cuba rispose colpendo gli Stati Uniti alleandosi con la Russia. Questo portò alla Crisi Missilistica di Cuba e, di conseguenza, all’ordine esecutivo di Kennedy nel 1963 di bloccare i viaggi verso l’isola. Gli alti e bassi del turismo all’Havana si trasformarono in un basso permanente. Ora i bar dell’Havana erano popolati solo da sovietici e turisti del Blocco Orientale. Se anche uno di loro se ne intendeva abbastanza da ordinare un Papa Doble, i barman de La Florida non potevano prepararne più, l’embargo con gli Stati Uniti aveva bloccato l’importazione di Maraschino. Ma nella maggioranza dei casi i russi non distinguevano un Daiquiri da una capra, e non avevano mai sentito parlare del El Presidente o del Mojito Cabalito. Ma tutti avevano sentito parlare della Coca-Cola. Da La Florida allo Sloppy Joe’s moscoviti, cechi e tedeschi ordinavano quasi esclusivamente Cuba Libre, preparata con Tropicola, un imitazione cubana della Coca-Cola( Ovviamente anche la tanto amata Coca-Cola era stata toccata dall’embargo).
In realtà gli Habaneros delusi dalle numerose illusioni di libertà, coniarono un nuovo nome per il cocktail: Mentirita “piccola bugia” per dire che Cuba non è mai stata veramente libera e oggi sull’isola il drink ha il nome di “Cubata”.
Possiamo dire con certezza che questo cocktail ha resistito al passare dle tempo. E’ nato quasi per caso come un drink da bere per combattere l’arsura del clima tropicale e per stemperare il carattere forte del rum, ma è diventato un classico contemporaneo intramontabile.
La versatilità di questa ricetta ha fatto si che soldati americani potessero brindare alla libertà e gli habaneros denunciassero la bugia.
E’ stato il primo drink di quei bevitori inesperti, che avvicinandosi al bancone di un bar, ordinavano :” un rum e coca”.
La tendenza dei mixologist ha messo da parte questa ricetta a favore di un più originale daiquiri, e il Mojito resta il drink cubano rinfrescante per antonomasia. Una cosa però è certa, dalle origini ai giorni nostri, passando per un successo durato più di vent’anni, grazie alle maggiori aziende di rum, il Cuba libre è un must, purchè la ricetta venga onorata con il sapore di un vero rum cubano o di un rum che almeno ricordi la sua nascita all’ombra di una palma di cocco e soprattutto che si chiami Cuba libre, Cubata o Mentirita non deve mai mancare il succo di lime.
per il contributo si ringrazia Raffaele Ferraro (Platanos Exotic Bar, Napoli)