Pimm’s Cup

pimm's cup
James Pimm, Londra, 1840s

Bicchiere : Collins

Metodo : Build

Decorazione : Fetta di cetriolo, Fetta di Arancia, Frutti rossi, Ciuffo di Menta

Ingredienti:

  • 50 ml di Pimm’s No. 1 Cup
  • 60 ml di Limonata frizzante
  • 80 ml di Ginger Ale

Preparazione:

In un bicchiere collins aggiungete qualche cubetto di ghiaccio, una fetta di cetriolo e frutti rossi, di solito si usano fragole tagliete, ma abbiamo preferito usare dei lamponi.
Riempite il bicchiere con ghiaccio e versate il Pimm’s n°.1 , la limonata e colmate con ginger ale.
Mescolate brevemente e delicatamente dal basso verso l’alto con un barspoon, per preservare l’effervescenza della limonata e del ginger ale.
Decorate con una fetta d’arancia, un ciuffo di menta e con i frutti rossi (fragole per restare fedeli alla ricetta inglese).

Note sugli ingredienti:

Il Pimm’s Cup rappresenta uno dei capisaldi del brunch, una ottima scelta soprattutto nei caldi periodi estivi, è un drink dal basso tenore alcolico da servire ghiacciato, che rinfresca e rilassa. Delicato e leggero, perfettamente bilanciato tra il sapore dolce e astringente.
Questo drink dal fascino aristocratico e British unisce l’amaro delle erbe al sapore aspro e dolce della limonata frizzante, creando una fragranza “estiva” decisamente dissetante.

Pimm’s No.1 è ottenuto da una ricetta gelosamente custodita a base di infuso di gin, chinino e un mix di erbe, ha un sapore asciutto caratterizzato dalle botaniche da cui è prodotto, note fruttate complesse di arancia caramellata e sentori di agrumi freschi.

Va specificato che la limonata riportata in ricetta è intesa “all’inglese“, cioè solo limone e soda, ovvero è diversa dalla limonata per esempio bevuta negli Stati Uniti dove intendono succo di limone, acqua e zucchero.

Il termine “cup” rende questo drink un qualcosa di trasversale tra un punch, uno sling e un cobbler, a tutti gli effetti ciò più caratterizza un fruit cup è proprio il “carnevale di decorazioni” che investe il bicchiere.
Ho trovato anche fette di mela in qualche preparazione del Pimm’s Cup, ma di certo non devono mancare fette di agrumi, fragole in pezzi (solo una personale preferenza per i lamponi mi ha portato a non scegliere le fragole), cetrioli (meglio se inglesi, per i semi e la buccia) e un bel ciuffo di menta (o borragine quando è disponibile).

La Storia:

I fruit cups erano la bevanda tipica delle estati inglesi durante il periodo Vittoriano, tipicamente erano una sorta di punch composti da frutta, liquori e spezie, rinforzati con una parte di gin.
La tradizione inglese riporta che erano delle preparazioni realizzate di volta in volta per l’occasione, e di cui ogni brava padrona di casa si vantava della propria ricetta. La prima versione imbottigliata di questa bevanda risale al 1840 e si deve a James Pimm (da cui il nome), un mercante londinese di frutti di mare, che aveva un banco di ostriche (oggi diremmo oyster bar) la Pimm’s Oyster Warehouse di Londra, non lontano dalla Bank of England.

James Pimm

Il prodotto chiamato No.1 da Pimm era a tutti gli effetti un drink in bottiglia a base di gin, arancia amara ed erbe aromatiche, un gin sling, a cui aggiungere molta frutta fresca e ginger ale o una soda al limone, prima di essere servito. Inizialmente la bevanda era servita come tonico digestivo ai clienti del locale di Pimm, del resto il gin era noto per le sue proprietà terapeutiche, ma il drink crebbe rapidamente in popolarità al punto tale da inizare a rifornire anche altri bar con il prodotto.
Nel 1851 Pimm iniziò la vendita del proprio liquore ad altri bar londinesi, e nel 1859 il Pimm’s N°.1 Cup fu a tutti gli effetti messo in commercio per la vendita.

Particolare dell’etichetta di una bottiglia di inizio ‘900

Il fatto di numerare le referenze lascia intendere che ci siano state anche altre prove di infusi, ed infatti negli anni Pimm’s contava una gamma di almeno sei etichette che si differenziavano per l’alcol alla base della ricetta, ma nessuna di queste ha avuto il successo della versione a base di gin, oggi esiste sul mercato britannico la versione N°.6 a base di vodka.

Le diverse refernze di Pimm’s

Alla morte di James Pimm il ristorante ed il marchio Pimm’s, ed i relativi diritti, furono rilevati più volte da diversi investitori, l’ultimo dei quali nel 1880 fu Sir Horatio Davies, un uomo politico molto in vista e futuro Sindaco di Londra, che fu la vera forza trainante dietro l’affermazione di Pimm’s come marchio internazionale.
Imprenditore di successo e uomo politico, Davies trasformò l’attività in una vera e propria azienda nel 1906. Il successo e il piacere di assaggiare questo drink cominciarono a diffondersi ben oltre i luoghi londinesi e ben presto divenne famoso e alla moda fra la maggior parte di nobili e borghesi d’Inghilterra, servito ai tornei di polo e alle feste universitarie.
A poco a poco, fu creata un’attività di esportazione, così che al momento della morte di Sir Horatio nel 1912, il cocktail di Pimm era conosciuto a livello internazionale, in tutto l’Impero britannico.

Sir Horatio Davies

Grazie alle esportazioni, la fama del liquore e del drink di Pimm, trovarono consensi a New Orleans, il cup no.1 era un gradito sollievo per caldo del sud.
A cento anni dalla sua creazione, alla fine degli anni ’40, il Pimm’s Cup divenne uno tra i drink preferiti dei “bon viveur” della Crescent City.
Al bar della Napoleon House nel quartiere francese adottarono il Pimm’s Cup come signature del locale, con un’ unica differenza principale con la versione inglese, il Pimm’s veniva allungato con gassosa, zucchero e limone, mentre a Londra si preferiva il ginger ale.

il bar della Napoleon House di NOLA

In Inghilterra il drink accompagnava gli eventi all’aperto della upper class, e nel 1971 a Wimbledon fu aperto il primo Pimm’s bar che serviva drink durante il torneo di tennis di più prestigioso al Mondo. Ben presto il Pimm’s Cup sarebbe diventato il cocktail ufficiale del torneo, ed infatti oggi il Pimm’s Cup è a Wimbledon quello che il Mint Julep è al Kentucky Derby.

Una tradizione che ancora oggi prosegue con la stessa intensità, durante il torneo di Wimbledon, in programma a luglio, è il Pimm’s una delle bevande più classiche e soprattutto diffuse, si calcola che ne venga servita una quantità che si aggira intorno agli 80 mila litri per edizione.

Quella di Wimbledon è la ricetta più classica, e non poteva essere altrimenti, con fragole di stagione, una parte di Pimm’s e tre parti di limonata o ginger ale.

Un articolo del “The Telegraph” del 2015 riportava che la tale richiesta di cetrioli x i pimm’s cup bar di Wimbledon, mise a dura prova la fornitura di ortaggi degli agricoltori inglesi.

Ha fatto parte della lista dei cocktail ufficiali riconosciuti dall’IBA dal 1985 al 1993, e nonostante l’esclusione dalla lista internazionale il drink resta tra i low alcohol drink preferiti per l’aperitivo .

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