Black Russian

black russian coffee cocktail
Gustave Tops, Hotel Metropole, Bruxelles 1949

Bicchiere : Old Fashioned (nella foto modello Prisma di VIDIVI)

Metodo : Stir & strain

Decorazione : No Garnish

Ingredienti :

  • 60 ml di Vodka
  • 22 ml di Liquore al Caffè

Preparazione :

Versare il liquore al caffè in un mixing glass, riempito per metà con ghiaccio.
Con un barspoon mescolare per 10-15 secondi, a seconda del ghiaccio che si utilizza e della diluizione che si vuole raggiungere.
Colmare un bicchiere old fashioned con cubi di ghiaccio, e con l’aiuto di uno strainer versare il cocktail.

Note sugli ingredienti :

Questo drink comunemente viene realizzato “build“, versando gli ingredienti direttamente nel bicchiere e mescolando. In questo modo non solo si perde la ritualità di un cocktail, ma si tralascia la parte di diluizione dell’acqua, data dalla preparazione nel mixing glass, necessaria per “aprire i sapori“.

Il Black Russian è un drink dalla preparazione molto semplice, e per questo motivo è il caso di prestare attenzione alla scelta degli ingredienti utilizzati. La vodka in questo cocktail fornisce tenore alcolico, specialmente se al posto di una tradizionale a 40° decidete di utilizzare una 100 proof che tradotti in italiano sono 50°. La vodka per quanto buona possa essere è neutra, quindi il sapore e la consistenza del drink dipendono fondamentalmente dal liquore al caffè che si sceglie di usare.

La nostra ricetta rende una versione abbastanza secca del Black Russian ed è un solido punto di partenza. Modificando il rapporto tra gli ingredienti si rende il drink più dolce e corposo aggiungendo liquore al caffè.
La caratteristica princiale di un Black Russian è l’impatto secco al primo sorso ed un sapore intenso e persistente a seguire, ed è importante utilizzare ghiaccio di buona qualità per ritardare quanto più possibile l’eccessiva diluizione.

Le versioni più tradizionali dagli anni passati prevedono Kahlua, un liquore al caffè a base di rum dal sapore dolce e vagamente vanigliato, ma come abbiamo già detto per altre ricette a base di caffè come l’Espresso Martini, oggi il mercato dei liquori artigianali offre diverse soluzioni per chi ama un sapore di caffè deciso e pronunciato.

La base del distillato usato per realizzare il liquore, il tipo di caffè, lo zucchero ed eventualmente le spezie aggiunte, esaltano in vario modo l’aroma del caffè nel liquore e di conseguenza nel drink. Abbiamo cercato i punti forti di alcune referenze presenti sul mercato italiano.
Mr.Black cold brew è prodotto con vodka di grano australiano e zucchero di canna, ha un sapore ricco e ha in pieno la robustezza del caffè Arabica. Questo liquore rende il drink bilanciato tra dolcezza e aroma forte ed asciutto di caffè, senza avere un corpo troppo zuccherino.
Old Sailor Coffee, invece, ha per base il rum ed il suo sapore di caffè viene arricchito con anice ed arancia. Il sapore del Black Russian che ne esce fuori è ricco di caffè ed ha una punta di speziato, ha una texture più morbida ed avvolge con un sapore persistente.
Anche il liquore al caffè di Alamea ha una base di rum che si percepisce all’assaggio e dà una forte nota al caffè, da cui ne risulta un Black russian dal corpo deciso e molto aromatico.

La ricetta non prevede decorazione e l’intenso colore scuro dà al drink una eleganza “minimalista”, ma può capitare di vedere un Black Russian decorato con una scorza di limone o con una ciliegina, proprio come si faceva negli anni ’70 ed ’80, in cui limone e ciliegia erano -talvolta senza motivo- onnipresenti in qualsiasi bicchiere.

La Storia:

G. Tops

La ricetta nacque nel 1949 al bar dell’elegante Metropole Hotel di Bruxelles ad opera di Gustave Tops. Secondo la storia, con questo drink il barman rese omaggio a Perle Mesta, l’ambasciatrice americana del Lussemburgo in visita a Bruxelles, famosa, tra l’altro, per essere una esuberante organizzatrice di feste memorabili con ospiti politici illustri , e musa ispiratrice musa ispiratrice della commedia di Broadway “Call me madame” del 1950.

La facciata dell’Hotel agli inizi del secolo.

Il nome Black Russian è un semplice riferimento agli ingredienti, al colore nero del caffè e alle origini russe della vodka.
La Guerra Fredda era appena iniziata, e data la situazione politica, probabilmente Tops usò l’appellativo per servire il drink all’ambasciatrice. Il drink dal nome oscuro e misterioso sarebbe stato emblematico di quel tempo.

Al di là della situazione politica, in generale, a metà del ventesimo secolo, i bevitori americani si stavano abituando alla presenza della vodka nel carrello da bar, e il liquore al caffè Kahlúa era una novità arrivata sul mercato da qualche anno, quindi ha senso ritenere che la ricetta del Black Russian ebbe facilmente successo.

The Seagram Barman’s Handbook 1960

Negli anni successivi i consensi sulla ricetta aumentarono, e il Black Russian veniva menzionato in diversi manuali per barman, ma la ricetta non sempre veniva riportata fedelmente, il rapporto tra gli ingredienti non era sempre lo stesso e anche la tecnica di preparazione variava a seconda del manuale di riferimento. Il “Barman’s Handbook” degli anni ’60 della Seagram prevedeva un drink preparato nel mixing glass, ma con parti uguali di liquore al caffè e vodka.

La versione del 1971 del manuale di Thomas Mario, “Guida al Perfetto Barman di Playboy”, riportava invece una versione decisamente meno dolce, ma preparata nello shaker.

Manuale di Thomas Mario 1971

Il successo della ricetta fece si che nel 1987 venisse codificata ed inserita nella lista IBA, da cui non ne è mai più uscita. La versione di quegli anni prevedeva 3/10 di liquore al caffè e 7/10 di vodka (che nelle edizioni successive diventano 2 cl di liquore al caffè e 5 cl di vodka), e soprattutto specificava che il drink fosse build over ice, ovvero preparato direttamente nel bicchiere.
Il successo della ricetta rimase immutato lungo gli anni novanta ed i primi anni del nuovo millennio, anche Dale DeGrof riporta la sua versione nel libro del 2002 “The Craft of the Cocktail”, presentando un drink decisamente dolce e rotondo in parti uguali di vodka e Kahlua.

The Craft of the Cocktail di Dale DeGrof 2002

Tuttavia già alla fine del primo decennio degli anni 2000 il drink a base di vodka con solo due ingredienti ha trovato molta indifferenza da parte del “craft bartending“, ma grazie all’interesse suscitato dalle produzioni artigianali di liquori al caffè, il Black Russian rimane un classico della miscelazione a base di vodka.

Sebbene negli anni la ricetta abbia ispirato diverse variazioni su questo drink , preferiamo menzionare solo il White Russian, tralasciando le altre interpretazioni con aggiunta di prodotti sodati forse un po’ esagerate.

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