Bicchiere: Coppetta da cocktail
Metodo: Shake and strain
Decorazione: Ciuffetto di menta
Ingredienti:
- 6 foglie di menta
- 45 ml di Rum cubano invecchiato non oltre 8 anni
- 22 ml di succo di lime
- 30 ml di sciroppo di zucchero 1:1
- 2 dashes di aromatic bitters
- 30 ml Champagne brut
Preparazione:
Si miscelano tutti gli ingredienti , tranne lo Champagne, in uno shaker con ghiaccio e con l’aiuto di un colino a maglia fine si fa un double strain per evitare che piccoli pezzi di foglie di menta finiscano nel bicchiere.
Si versa lo Champagne direttamente nella coppetta da cocktail e con un bar spoon delicatamente uniamo lo champagne al resto del drink per evitare la stratificazione degli ingredienti.
Nota: deve essere un gesto delicato e veloce per non rovinare la bollicina.
Si decora con un ciuffetto fresco di menta.
Questo drink risulta rinfrescante ma ha anche una complessità di sapore. Le foglie di menta fresca e il bitters aromatico conferiscono balsamicità e profondità di sapore.
Visto il nome sembrerebbe scontato consigliare un rum cubano, in verità potrebbero essere buoni sostituti sia quello portoricano, che uno dominicano, purchè si tratti di uno spirito che non superi gli otto anni di botte. Il rum per questa ricetta deve essere invecchiato quanto basta per essere un buon compromesso di corpo leggero e sapore morbido e che allo stesso tempo possa dare profondità e struttura al sapore del cocktail.
La Storia:
Cosa fa sì che una nuova ricetta o anche un semplice riff su un classico della miscelazione possa trasformarsi nel cocktail che in pochi anni entra a far parte delle drink list dei locali in giro per il mondo?
La risposta di sicuro ce la potrebbe dare Audey Saunders, proprietaria del Pegu Club di New York e creatrice dell’Old Cuban.
Come capita quasi sempre con i drink di successo, la ricetta è semplice, intuitiva e geniale.
A prima vista lo si potrebbe definire un lussuoso daiquiri al sapore di menta, ma sembra che questo drink raccolga l’eredità di due grandi classici della miscelazione, il mojito e il French 75.
Agli inizi degli anni 2000 nei cocktail bar di New York si iniziava a respirare un’aria nuova, stavano iniziando a prendere forma i “craft cocktail”. Quando il Pegu Club aprì i battenti nel 2005, il double strain di questo drink marcava l’aria del cambiamento. Non era importante l’utilizzo del passino in sè, ma l’insistente attenzione al dettaglio e l’importanza data al tocco fresco delle foglie di menta.
R. Simonson racconta nel suo libro “A proper drink”, di come Audrey fosse molto abile a dare nuova vita alle ricette classiche. Lei iniziò ad armeggiare ad un riff sul mojito mentre lavorava al Beacon di New York, e finì di perfezionare la ricetta quando era al Tonic, il nome iniziale del drink era “El Cubano”.
L’effervescenza dello Champagne diede al drink i toni dei cocktail dei bei tempi prima del proibizionismo, ma si corse il rischio che potesse avere come nome “mojito royale”.
Per fortuna la Sig.ra Sauderns decise anche di sostituire il rum chiaro con un anejo e da qui viene il nome Old Cuban.
La ricetta originale così come veniva servita al locale di SoHo, prevedeva come decorazione una bacca di vaniglia ricoperta di zucchero, ma alla fine ha prevalso il più semplice (e meno costoso) ciuffetto di menta.